Sapere & Salute è una rivista bimestrale di educazione sanitaria, prevenzione ed automedicazione, realizzata dall'Editore Giornalidea per Bayer e distribuita gratuitamente in circa 7.000 farmacie (700.000 copie). Con l’obiettivo di coinvolgere nel progetto gli stakeholder delle differenti aree di business che compongono Bayer Healthcare, ci è stato richiesto di concepire un evento interno, originale ed emotivamente coinvolgente, che ha avuto luogo nel pomeriggio di ieri.
L'evento ha preso le mosse da quello dello scorso anno - la musica come metafora dell’integrazione - cercando di fare, concettualmente, un passo avanti.
L’anno scorso abbiamo visto come le varie parti di un’orchestra siano chiamate a collaborare per costruire un’armonia complessiva: abbiamo quindi messo in luce il parallelismo tra l’orchestra e l’azienda - dove le diverse funzioni aziendali devono perseguire un unico obiettivo di business.
Tuttavia, un’azienda è molto di più di un corpo formato da molte membra: piuttosto, è fatta di tanti corpi (le Divisioni di Business), ognuno con le proprie membra (le varie funzioni, marketing, vendite, ecc.). Così, possiamo immaginare tante orchestre che dialogano tra di loro: quello che abbiamo fatto è stato, per l’appunto, raccontare questo dialogo, non limitandoci alla sola espressione musicale, ma sfruttando una messa in scena “teatrale” di questa integrazione.
L’integrazione è stata rappresentata “fisicamente” da due attori, che hanno recitato in costume d’epoca un immaginario dialogo tra Wolfgang A. Mozart ed il suo librettista Lorenzo Da Ponte, a proposito del “Don Giovanni” (dialogo scritto e gestito magistralmente da Gianni, che non ringrazierò mai a sufficienza): in questa opera, infatti, esiste un brano nel corso del quale il compositore fa dialogare tra loro ben quattro diverse orchestre.
Il messaggio è stato che è possibile (e opportuno) passare dall’armonia semplice rappresentata dall’orchestra da camera dello scorso anno, all’armonia complessa di varie orchestre che suonano tutte insieme per dar vita ad un livello superiore di complessità.
Credo che l'evento sia andato bene, a me è piaciuto molto. Purtroppo, nella concitazione dell'evento, nessuno di noi ha pensato a fare nemmeno una foto, perciò tutto quel che rimane è questo mio patchwork.
Come al solito, bisogna ringraziare prima di tutto il cliente, che si fida a lasciarci fare queste cose, magari un po' strane, ma senza dubbio "memorabili" (non ce le dimenticheremo in fretta).
28 maggio 2008
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