31 marzo 2006

Stamattina "Paziente Interattivo"

Grande successo di critica e pubblico. Di che cosa abbiamo parlato? Tra le altre cose, della possibilità di utilizzare le comunità online come strumento di consumer insight, cioè di comprensione profonda del punto di vista dei consumatori, per comunicare più efficacemente con i propri target di riferimento.










Una definizione di Consumer Insight potrebbe essere la seguente: una “verità” profonda su un gruppo di consumatori, cioè un’affermazione in cui i consumatori si riconoscano immediatamente, che sia rilevante per la propria marca, che possa permettere di differenziare il proprio prodotto da quello dei concorrenti e che quindi assicuri alla marca di ottenere un vantaggio competitivo sui propri concorrenti, in quanto le azioni intraprese sulla base di questa “verità” faranno immediatamente scegliere ai consumatori il prodotto o la marca di cui si tratta.

47 presenti in rappresentanza di 33 aziende: mica male!



n

30 marzo 2006

“La danza della tigre”, di Björn Kurtén

(...) Una piccola macchia bianca a forma di V sulla gola aumenta la sua apparenza clownesca. L’unico particolare che sciupava la sua espressione amabile era il bagliore bianco di una zanna ricurva, la sinistra, chiaramente visibile contro il mento nero. La tigre allungò il collo, come per misurare la propria altezza rispetto ai mammut. Poi s'impennò per un momento, con le zampe davanti alzate e penzolanti nella parte inferiore, più che mai simile a un allegro cucciolo. I mammut, ai quali quelle buffonate non facevano nessuna impressione, continuavano a fissarla.
La tigre, ancora il ritratto di una perfetta benevolenza, ricadde sulle quattro zampe e avanzò a un'andatura tranquilla. Da quella parte della radura la neve era coperta da una solida crosta. Dal mammut maschio giunse un brontolio di avvertimento. La femmina e il piccolo gli si strinsero al fianco, il piccolo protetto tra i genitori. La tigre, alla quale le alte zampe anteriori e la testa orgogliosamente eretta davano un'aria di superiorità, benché fosse molto più piccola, continuò ad avanzare trotterellando. Questo fu troppo per il mammut maschio. La sua proboscide si alzò e, con un barrito di rabbia, si lanciò verso la tigre.
Con un'unica occhiata dispiaciuta, che pareva deplorare un simile equivoco riguardo alle sue intenzioni, la tigre girò su se stessa e sfuggì con grazia all'assalto. Il mammut, dopo averla scacciata, fece dietrofront e si riunì alla famiglia.

La tigre si sedette e sbadigliò, scoprendo le lunghe scimitarre ricurve, e chiuse le mascelle con un udibile schiocco... Poi con un unico, fluido movimento, la tigre si lanciò verso i mammut.

Non li raggiunse. Il maschio ruotò su se stesso per contrattaccare e la tigre schizzò via. Si muoveva senza sforzo sulla crosta di neve gelata, che il mammut invece spezzava a ogni passo. Quest'ultimo tornò dalla sua compagna.

A orecchie ritte, la tigre si sedette e guardò i mammut con aria cogitabonda. Non aveva perduto la sua aria d'innocenza. Poi venne un'altra carica, un altro contrattacco e la tigre balzò indietro, ma solo per lanciarsi verso la femmina mentre il maschio si stava ritirando. Tra uno svolio di neve, la danza continuò. La tigre effettuava i suoi attacchi ogni volta da un'angolatura diversa, costringendo il mammut a solcare altra neve intatta. Mentre la tigre girava loro intorno, la femmina diventava sempre più irrequieta e ogni tanto non riusciva a trattenersi dal tentare un attacco. Ancora uno scatto della tigre; ancora una controcarica di entrambi i mammut e improvvisamente ci fu un lampo nero tra i fitti ontani dall'altra parte della radura. Il piccolo mammut, rimasto momentaneamente senza protezione, non aveva occhi che per i suoi genitori e la loro lotta. La tigre femmina, intanto, era rimasta acquattata nel bosco dietro di lui. Adesso era uscita allo scoperto, inosservata da tutti salvo che dall'uomo sull'albero, il quale vide il suo ventre rigonfio e capì che era gravida. Nel suo furioso attacco, balzò molto in alto su un fianco della sua preda. Ci fu un momentaneo abbraccio; le scimitarre brillarono prima di affondare nel collo del piccolo mammut. Poi, con uno scatto, la tigre si staccò e corse di nuovo al coperto. Il mammut strillò di dolore mentre il sangue sprizzava dal collo dove le zanne ricurve della tigre avevano prodotto due grandi ferite. Il maschio, barrendo di rabbia, si precipitò nel bosco dietro alla tigre femmina, ma gli alberi erano troppo fitti per la sua mole. La femmina cercò di tenersi tra il piccolo e la tigre maschio, che manovrava ancora a semicerchio, facendo un assalto ogni tanto. Il maschio frustrato emerse dal bosco e immediatamente caricò, ma la tigre gli sfuggì con la solita facilità. Ora il mammut era implacabile. Continuò a inseguire la tigre, che lo guidò in una lunga danza sulla radura. Il mammut affondava nella neve e cominciava a perdere il fiato. Tracce di sangue mostravano che perfino la sua pelle durissima era escoriata dal ghiaccio.

Infine non ne poté più. Si fermò, proprio sotto Tigre, e guardò il suo tormentatore con occhi accesi. Il felino si sedette e cominciò gravemente a leccarsi una zampa.

Dopo il terrore iniziale il piccolo entrò in uno stato di shock totale. l'unico attacco della tigre femmina gli aveva reciso la vena del collo, nello stesso tempo privandolo, grazie al cielo, di ogni sensibilità. Il sangue che sgorgava dalle ferite formava grandi chiazze rosse sulla neve.
(...)

Da “La danza della tigre”, di Björn Kurtén, Franco Muzzio Editore, pagg. 190-191.

27 marzo 2006

A spasso con papà

Questo fine-settimana la mamma è malata. Perciò ci siamo divertiti con il papà, a spasso in bicicletta e poi ai giochi.

24 marzo 2006

Alba (Garcia Lorca)

Alba

Il mio cuore oppresso

con l'alba avverte

il dolore del suo amore

e il sogno delle lontananze.

La luce dell'aurora porta

rimpianti a non finire

e tristezza senza occhi

del midollo dell'anima.

Il sepolcro della notte

distende il nero velo

per nascondere col giorno

l'immensa sommità stellata.

Che farò in questi campi

cogliendo nidi e rami,

circondato dall'aurora

e con un'anima carica di notte!

Che farò se con le chiare luci

i tuoi occhi sono morti

e la mia carne non sentirà

il calore dei tuoi sguardi!

Perchè per sempre ti ho perduta

in quella chiara sera?

Oggi il mio petto è arido

come una stella spenta


22 marzo 2006

Renè Magritte (Lessines, 1898 - Bruxelles, 1967)

Il 21 novembre 1898 nasce a Lessines, in Belgio, Renè François-Ghislen Magritte, più grande tra tre fratelli: Raymond e Paul. Leopold Magritte, suo padre, era un mercante e sua madre, Adeline Bertincamps, era una modista. Magritte trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza tra Charleroi e Chatelet dal 1902 al 1910. Due anni più tardi la madre si toglie la vita per motivi ignoti, gettandosi nel fiume Sambre. Nel 1913 la famiglia torna a Charleroi, dove Renè frequenta il Liceo e i tre fratelli vengono cresciuti dalla nonna e da una governante. In questo anno Renè incontra per la prima volta Georgette Berger, che sposerà nel 1922.

Nel 1918 si trasferisce con la famiglia a Bruxelles, dove Renè studia all’Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles. Nelle sue prime opere si interessa al Cubismo e al Futurismo e scopre la pittura di De Chirico che lo avvicina progressivamente alle idee surrealiste. La svolta surrealista, secondo quanto lui stesso afferma, avviene dopo aver visto il quadro di De Chirico “Canto d’amore” e dopo essere diventato amico di Andrè Breton, capo del movimento surrealista. Di De Chirico, la sua pittura riprende la spazialità metafisica ed il ricorso all’associazione imprevedibile, in un contesto incongruo e assurdo, di elementi tratti dalla vita quotidiana, senza rapporto logico tra loro.



















Dipinge una pipa e ci scrive sotto Ceci n’est pas une pipe (1928-29, New York, Collezione privata) dato che non si tratta di una pipa, ma della sua raffigurazione e la parola stessa "pipa", che designa la pipa, non è una pipa.
Le immagini sono dipinte con la semplicità delle illustrazioni, ma sono accostate in modo da generare un’atmosfera di straniamento e di mistero. La pittura diventa così uno strumento di rilevamento dell’inconscio, per approfondire la conoscenza del mondo "ma una conoscenza che sia inseparabile dal suo mistero".
Nel corso della sua vita Magritte professa opinioni politiche di sinistra e, nel corso della prima e della seconda guerra mondiale, aderisce a varie manifestazioni comuniste.

Nel 1921, tornato a casa dopo il servizio militare, sposa Georgette. Quello stesso anno comincia a lavorare come grafico creativo in una fabbrica, che però lascia per dedicarsi alla creazione di manifesti pubblicitari. Il 1924 è un anno importante perché Magritte effettua la sua prima vendita; nel 1926 realizza il suo primo lavoro surrealista.


Nel 1927 entra a far parte di un gruppo surrealista francese e diventa amico di Andrè Breton, Paul Eluard, Joan Mirò e Salvador Dalì. Nel 1932 aderisce per la prima volta al Partito comunista belga, che però lascia varie volte per divergenze di opinioni e che lascerà ufficialmente nel 1947.
Nel 1965 inizia ad essere di salute cagionevole e soggiorna ad Ischia e a Roma. A dicembre si reca per la prima volta negli Stai Uniti. Due anni più tardi, nel 1967, muore, il 15 agosto all’età di 69 anni.
La sua opera eserciterà la propria influenza sia sulla Pop Art e sull’Arte concettuale, sia sulla produzione di immagini legate ai mezzi di comunicazione di massa e alla pubblicità.

Il surrealismo è stato un movimento artistico – letterario nato in Francia nel 1924 con la pubblicazione del “manifesto surrealista” di Andrè Breton. Questo movimento ha avuto la sua massima espansione nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Lo stesso Breton definisce il suo manifesto del surrealismo nell’arte come un fatto psicologico con il quale si vuole esprimere il funzionamento del pensiero senza il controllo della ragione.
Infatti il pensiero surrealista dà grande importanza alla parte irrazionale della mente umana e vuole esprimere attraverso l’arte le manifestazioni e le immagini del proprio subconscio.

L’idea del surrealismo è quella di rifiutare la logica umana e sostenere una totale libertà di espressione senza regole fisse. I dipinti surrealisti appaiono come scene di un sogno, impossibili da immaginare utilizzando la ragione e la logica.

“Le immagini vanno viste quali sono, amo le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto”.

Magritte crea immagini di grande impatto emotivo, proprio perché da una parte propongono le incongruenze di un mondo scomposto e ricomposto e dall’altra vengono paradossalmente dipinte con didattica semplicità. Egli gioca con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo quadri nel quadro che hanno lo stesso identico aspetto della realtà che rappresentano, al punto da confondersi con essa.

Di notevole suggestione poetica sono gli accostamenti e le metamorfosi: accosta, sospesi nel cielo, una nuvola ed un enorme masso di pietra, trasforma gli animali in foglie o in pietre. Il suo surrealismo è dunque uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà che lo circonda, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce e spesso nasce dalla confusione che egli opera tra l’insanabile distanza che separa la realtà dalla rappresentazione.

L’unico desiderio che la sua pittura manifesta è quello di “sentire il silenzio del mondo” ed è in ciò che il surrealismo di Magritte si differenzia da quello di Dalì. Magritte è un artista che attraverso lo shock e il paradosso vuole mettere il mondo reale sotto processo sfidando deliberatamente il senso comune fatto di idee precostituite, rivelando nello stesso tempo, la misteriosa natura del pensiero e della mente umana.

Magritte così commenta ed interpreta la sua opera: “Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e di notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia”.

21 marzo 2006

Preludio (Garcia Lorca)

Preludio

I viali scompaiono,
ma lasciano il loro riflesso.

I viali dileguano,
ma ci lasciano il vento.

Il vento nel suo sudario
disteso sotto il cielo.

Però ha lasciato palpitare
sul fiume la sua eco.

Il mondo delle lucciole
ha invaso i miei ricordi.

E un cuore minuscolo
mi sboccia tra le dita.

20 marzo 2006

Weekend sulla neve in Formazza

M. scia sul campetto, sabato con il maestro Carletto, domenica con la maestra Linda.








Prende da solo lo skilift e se ne va' fino in cima, anche dopo la lezione, solo soletto.

G. si diverte con il bob e rotola a più non posso nella neve.

17 marzo 2006

when god lets my body be (Cummings, 1937)

quando iddio al mio corpo darà tregua

Da ambo gli occhi fieri un albero spunterà

sul frutto che da esso penderà

il mondo violetto saprà danzare

Fra le mie labbra che sapevano cantare

nascerà primavera da una rosa

che fanciulle da passione corrose

poseranno fra i loro piccoli seni

Le mie forti dita sotto la neve

passeranno in uccelli valenti

le cui ali sfiorerà col volto

il mio amore tra l’erba andando

e il mio cuore per tutto il tempo

Si gonfierà ansimando come il mare


Cummings al ristorante con la moglie Marion.

16 marzo 2006

Amor delle mie viscere (Garcia Lorca)

Amor delle mie viscere, viva morte,

invano aspetto tue parole scritte

e penso, con il fiore che appassisce,

che se vivo senza di me voglio perderti.

Il vento è immortale. La pietra inerte

non conosce l'ombra né la vita.

Cuore interiore non ha bisogno

del miele gelato che la luna versa.

Ma ti ho sopportato. Tagliai le mie vene,

tigre e colomba sulla mia cintura

in un duello di morsi e di gigli.

Calma, dunque, con parole la mia follia

o lasciami vivere nella mia serena

notte dell'anima ormai per sempre oscura.

Nell'immagine, un disegno dell'autore risalente al 1929.

15 marzo 2006

Federico Garcia Lorca (1898-1936)

Federico Garcia Lorca nasce il 5 giugno 1898 a Fuente Vaqueros, non lontano da Granada, da una famiglia di proprietari terrieri. È descritto come un bambino allegro ma timido e pauroso, dotato di una straordinaria memoria e di una passione evidente per la musica e per le rappresentazioni teatrali; un ragazzo che non andava troppo bene a scuola ma che era capace di coinvolgere nei suoi giochi un'infinità di persone.

I suoi studi regolari sono segnati, secondo la tradizione, da problemi di salute: nel 1915 riesce comunque ad iscriversi all'università e conosce il giurista Fernando De Los Rios, che gli rimarrà amico durante tutta la vita. Altri contatti importanti di quel periodo furono quelli con il grandissimo musicista Manuel De Falla e con l'altrettanto grande poeta Antonio Machado.

Nel 1919 si trasferisce a Madrid, dove frequenta la cerchia di letterati e artisti della sua generazione, stringendo amicizia, tra gli altri, con Salvador Dalí, Luis Buñuel e Rafael Alberti. Dopo la laurea, la sua vita si riempie di nuovi lavori, conferenze e amicizie, tra le quali quella con Pablo Neruda. Viaggia molto, soprattutto tra Cuba e gli Stati Uniti. Attraverso queste esperienze prende forma in modo più preciso il suo l'impegno sociale.

La raccolta di liriche di tema andaluso “Romancero gitano” del 1928 incontra i favori della critica e lo rende figura preminente fra il gruppo di poeti noto come Generazione del '27. Nel 1931 riceve dal nuovo governo repubblicano l'incarico di organizzare un gruppo teatrale itinerante, “La Barraca”.

L'anno 1934 è segnato da altri viaggi e dal consolidamento delle numerose e importanti amicizie, sino alla morte del grande torero e suo grande amico Ignacio Sánchez Mejías, avvenuta in quello stesso anno (ucciso proprio da un toro infuriato durante una corrida).

In sua memoria scriverà quella che è la sua opera piú universalmente conosciuta, il "LLanto por la muerte de Ignacio Sánchez Mejías".

Nel 1936, poco prima dello scoppio della guerra civile, Garcia Lorca redige e firma, assieme al grande poeta Rafael Alberti ed altri 300 intellettuali spagnoli, un manifesto d'appoggio al Frente Popular, che appare sul giornale comunista Mundo Obrero il 15 febbraio, un giorno prima delle elezioni vinte per un soffio dalla sinistra.

Il 17 luglio 1936 scoppia l'insurrezione militare contro il governo della Repubblica: inizia la guerra civile spagnola. Il 19 agosto Federico García Lorca è arrestato a Granada dai nazionalisti, che lo assassinano brutalmente a Viznar, a pochi passi da una fontana conosciuta come la Fontana delle Lacrime.

Sulla sua morte Pablo Neruda così scrive:

"L'assassinio di Federico fu per me l'avvenimento più doloroso di un lungo combattimento. La Spagna è sempre stata un campo di gladiatori; una terra con molto sangue. L'arena, con il suo sacrificio e la sua crudele eleganza, ripete l'antica lotta mortale fra l'ombra e la luce".

Considerazioni sulla poetica

E' considerato il più popolare poeta di lingua spagnola e uno dei principali rappresentanti del teatro moderno. La sua poesia, centrata principalmente sui temi del destino e della morte, affonda le radici nella cultura andalusa, caratterizzata da una fusione di elementi arabi e gitani. I suoi versi cantano passioni umane elementari in una forte compenetrazione di sogno e realtà. I lavori teatrali, oltre a far propria l'eredità dei canti gitani, mutuano elementi dei canti tradizionali spagnoli e della poesia surrealista. La lingua fonde spontaneità e raffinato lirismo, creando immagini sorprendenti e originali metafore.

"Che poeta! - scrisse di lui Pablo Neruda in Confesso che ho vissuto - Non ho mai visto riunite, come in lui, la grazia e il genio, il cuore alato e la cascata cristallina. Federico era lo spirito scialacquatore, l'allegria centrifuga, che raccoglieva in seno e irradiava, come un pianeta, la felicità di vivere. Ingenuo e commediante, cosmico e provinciale, timido e superstizioso, singolare musicista, splendido mimo, raggiante e gentile: era una sorta di riassunto delle età della Spagna, della fioritura popolare; un prodotto arabico-andaluso che illuminava e profumava, come un gelsomino, tutta la scena di quella Spagna, ahimè, scomparsa..."

14 marzo 2006

Potessero le mie mani sfogliare la luna (Federico Garcia Lorca)








POTESSERO LE MIE MANI SFOGLIARE LA LUNA

Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
T'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani

sfogliare la luna!

FEDERICO GARCIA LORCA (1898-1936)

Il poeta con Luis Bunuel nel 1929.






Con Salvador Dalì nel 1927.

13 marzo 2006

Un altro fine settimana da brivido...

Per M. e G., il divertimento comincia dal sabato mattina, al parco giochi di Origgio.








Poi, pomeriggio di divertimenti al Lido di Schiranna, sul lago di Varese, con L. & A. a giocare con le giostre e a tirare i sassi alle papere (i pezzi di pane non vanno più di moda, in epoca di influenza aviaria...).





Finale di pomeriggio con gelatone e cena a casa degli zii U. e N.: grande casino!!








Domenica pranzo con i nonni e pomeriggio al cinema: "Wallace & Gromit e la Maledizione del Coniglio Mannaro". Imperdibile.


10 marzo 2006

Colsi il tuo fiore, mondo! (Tagore, 1913)









Colsi il tuo fiore, mondo!
Lo strinsi al cuore e la spina mi punse.
Quando il giorno svanì e si fece buio, scoprii
che il fiore era appassito, ma che il dolore era rimasto.

Altri fiori verranno a te, con profumo e sfarzo, mondo!
Ma per me è passato il tempo di cogliere fiori;
nella notte buia non ho più la mia rosa,
solo il dolore è rimasto.

Da Il Giardiniere, 1913

09 marzo 2006

Ieri sera Peter Pan On Ice

Siamo usciti che era già notte e siamo andati al circo, anzi a teatro, anzi... boh! Comunque sia, ci è piaciuto da matti!

08 marzo 2006

Altre foto carnevalizie

Ecco qua!

La sfilata della Scuola.










Saluti a tutti.










Ed ecco Batman!










E Asterix!

07 marzo 2006

ABECEDARIO








ABECEDARIO: Espressione di sollievo di chi si e' accorto che c'e' anche Dario
ABBATTERE: Classica risposta di una prostituta alla quale chiedono: "Dove stai andando?"
L'AZOTO: L'ultima lettera dell'alfaboto
BEONE: Essere il n.1
CERBOTTANA: Cervo femmina di facili costumi
CHERUBINO: Esclamazione di poliziotto in sciopero
CIAMBELLANO: Colui che ha il più bel buco del culo del reame
CULINARIA: Associazione Paracadutisti Gay
FAHRENHEIT: Tirar tardi la notte
FARISEI: Gruppo ottico costituito da anabbaglianti, abbaglianti e fendinebbia
FOCACCIA: Foca brutta e cattiva
FREGATA: Unita' navale sottratta al nemico
INDOSTANO: "dove li hanno messi?"(gergale)
NIENTEPOPODIMENO: Lassativo molto molto potente
PANGRATTATO: Pagnotta ottenuta poco lecitamente
PAPARAZZO: Missile vaticano
PARIGINO: "Sembri Luigi" in romanesco
QUADRIGLIA: Pesce a quattro pinne; si distingue dalla triglia che ne ha tre, dalla biglia che ne ha due e dalla maniglia che ne ha una sola
RIMEMBRARE: Operazione chirurgica consistente nel ri-attacco del pene
ROMBO: Figura geometrica dal rumore caratteristico
SOMMARIO: Indicativo presente del verbo "Essere Mario"
STERZARE: Sottomultiplo di squartare
STRAFOTTENTE: Persona di grandi qualità amatorie
TACCHINO: Parte della scarpina
TOPONOMASTICA: Scienza che studia le ragioni per cui il ratto inghiotte il cibo intero
VERDETTO: Cosmetico verde (a differenza del rossetto che e' rosso)


06 marzo 2006

Ma che bello scivolare con le palette!!

Ne abbiamo davvero "fatta una pelle"!!



04 marzo 2006

Siamo in Formazza e nevica che Dio la manda!!

Siamo ospiti al Rotenthal e ci divertiamo come pazzi!

02 marzo 2006

Sfilata di Carnevale

Ieri, sfilata di Carnevale per le vie di Saronno per i bimbi della scuola elementare di M.

















E c'era anche G.!

















Ed ecco il gruppo della Spirale Colorata...

01 marzo 2006

Un simpatico aforisma di E.E.Cummings

Un uomo che cede benché abbia ragione, o è saggio o è sposato.