Il 21 novembre 1898 nasce a Lessines, in Belgio, Renè François-Ghislen Magritte, più grande tra tre fratelli: Raymond e Paul. Leopold Magritte, suo padre, era un mercante e sua madre, Adeline Bertincamps, era una modista. Magritte trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza tra Charleroi e Chatelet dal 1902 al 1910. Due anni più tardi la madre si toglie la vita per motivi ignoti, gettandosi nel fiume Sambre. Nel 1913 la famiglia torna a Charleroi, dove Renè frequenta il Liceo e i tre fratelli vengono cresciuti dalla nonna e da una governante. In questo anno Renè incontra per la prima volta Georgette Berger, che sposerà nel 1922.
Nel 1918 si trasferisce con la famiglia a Bruxelles, dove Renè studia all’Académie Royale des Beaux-Arts di Bruxelles. Nelle sue prime opere si interessa al Cubismo e al Futurismo e scopre la pittura di De Chirico che lo avvicina progressivamente alle idee surrealiste. La svolta surrealista, secondo quanto lui stesso afferma, avviene dopo aver visto il quadro di De Chirico “Canto d’amore” e dopo essere diventato amico di Andrè Breton, capo del movimento surrealista. Di De Chirico, la sua pittura riprende la spazialità metafisica ed il ricorso all’associazione imprevedibile, in un contesto incongruo e assurdo, di elementi tratti dalla vita quotidiana, senza rapporto logico tra loro.
Dipinge una pipa e ci scrive sotto Ceci n’est pas une pipe (1928-29, New York, Collezione privata) dato che non si tratta di una pipa, ma della sua raffigurazione e la parola stessa "pipa", che designa la pipa, non è una pipa.
Le immagini sono dipinte con la semplicità delle illustrazioni, ma sono accostate in modo da generare un’atmosfera di straniamento e di mistero. La pittura diventa così uno strumento di rilevamento dell’inconscio, per approfondire la conoscenza del mondo "ma una conoscenza che sia inseparabile dal suo mistero".
Nel corso della sua vita Magritte professa opinioni politiche di sinistra e, nel corso della prima e della seconda guerra mondiale, aderisce a varie manifestazioni comuniste.
Nel 1921, tornato a casa dopo il servizio militare, sposa Georgette. Quello stesso anno comincia a lavorare come grafico creativo in una fabbrica, che però lascia per dedicarsi alla creazione di manifesti pubblicitari. Il 1924 è un anno importante perché Magritte effettua la sua prima vendita; nel 1926 realizza il suo primo lavoro surrealista.
Nel 1927 entra a far parte di un gruppo surrealista francese e diventa amico di Andrè Breton, Paul Eluard, Joan Mirò e Salvador Dalì. Nel 1932 aderisce per la prima volta al Partito comunista belga, che però lascia varie volte per divergenze di opinioni e che lascerà ufficialmente nel 1947.
Nel 1965 inizia ad essere di salute cagionevole e soggiorna ad Ischia e a Roma. A dicembre si reca per la prima volta negli Stai Uniti. Due anni più tardi, nel 1967, muore, il 15 agosto all’età di 69 anni.
La sua opera eserciterà la propria influenza sia sulla Pop Art e sull’Arte concettuale, sia sulla produzione di immagini legate ai mezzi di comunicazione di massa e alla pubblicità.
Il surrealismo è stato un movimento artistico – letterario nato in Francia nel 1924 con la pubblicazione del “manifesto surrealista” di Andrè Breton. Questo movimento ha avuto la sua massima espansione nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale. Lo stesso Breton definisce il suo manifesto del surrealismo nell’arte come un fatto psicologico con il quale si vuole esprimere il funzionamento del pensiero senza il controllo della ragione.
Infatti il pensiero surrealista dà grande importanza alla parte irrazionale della mente umana e vuole esprimere attraverso l’arte le manifestazioni e le immagini del proprio subconscio.
L’idea del surrealismo è quella di rifiutare la logica umana e sostenere una totale libertà di espressione senza regole fisse. I dipinti surrealisti appaiono come scene di un sogno, impossibili da immaginare utilizzando la ragione e la logica.
“Le immagini vanno viste quali sono, amo le immagini il cui significato è sconosciuto poiché il significato della mente stessa è sconosciuto”.
Magritte crea immagini di grande impatto emotivo, proprio perché da una parte propongono le incongruenze di un mondo scomposto e ricomposto e dall’altra vengono paradossalmente dipinte con didattica semplicità. Egli gioca con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo quadri nel quadro che hanno lo stesso identico aspetto della realtà che rappresentano, al punto da confondersi con essa.
Di notevole suggestione poetica sono gli accostamenti e le metamorfosi: accosta, sospesi nel cielo, una nuvola ed un enorme masso di pietra, trasforma gli animali in foglie o in pietre. Il suo surrealismo è dunque uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà che lo circonda, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce e spesso nasce dalla confusione che egli opera tra l’insanabile distanza che separa la realtà dalla rappresentazione.
L’unico desiderio che la sua pittura manifesta è quello di “sentire il silenzio del mondo” ed è in ciò che il surrealismo di Magritte si differenzia da quello di Dalì. Magritte è un artista che attraverso lo shock e il paradosso vuole mettere il mondo reale sotto processo sfidando deliberatamente il senso comune fatto di idee precostituite, rivelando nello stesso tempo, la misteriosa natura del pensiero e della mente umana.
Magritte così commenta ed interpreta la sua opera: “Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e di notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia”.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento