25 ottobre 2018

Il più bel concerto della mia vita: Terence Trent d'Arby

Sebbene nella vita, soprattutto tra i 16 e i 36 anni, abbia assistito a moltissimi concerti, tra i quali quello del Police, dei Queen, di Elton John, degli Chic, di James Taylor, di Al Jarreau, dei Dire Straits e di tantissimi artisti italiani, alcuni dei quali invero non proprio indimenticabili, il concerto che considero il più bello che io abbia mai visto fu quello che Terence Trent d'Arby (vero nome Terence Trent Howard, dal 2001 Sananda Maitreya) tenne a Milano al Teatro Nazionale proprio in data di oggi nel 1993.


Il suo album di esordio, Introducing the Hardline According to Terence Trent D'Arby, uscito nel 1987, che contiene pezzi come If You Let Me StayWishing WellDance Little SisterSign Your Name Rain, vendette più di un milione di copie nei primi 3 giorni della sua uscita e le vendite totali superarono i 12 milioni di copie. Grazie a questo album, T.T.D. vinse un Grammy Award nel 1988 per la categoria Best R&B Vocal Performance, Male, ottenendo anche 3 nomination per Migliore Album dell'anno, Migliore Singolo (Wishing Well) e Migliore Nuovo Artista (fonte Wikipedia).


Introducing the Hardline fu la colonna sonora dell'anno odioso e stupidissimo che passai nell'esercito, dal luglio 1990 al luglio dell'anno successivo. Registrato su una splendida cassetta TDK da 90' (rigorosamente normale), che aveva dall'altro lato l'album Live con i New Trolls di Anna Oxa (bizzarro accostamento ma non poi troppo), mi faceva compagnia durante gli estenuanti quanto supremamente inutili turni di guardia, contribuendo a far scorrere un po' quel tempo sospeso, di una noia mortale.

Il concerto di Milano a quanto pare fu registrato e ritrasmesso da Videomusic e lo si può trovare online: non aspettatevi, però, che quella registrazione renda l'idea della meraviglia che fu assistere dal vivo a quella performance.
Ricordo la rara intensità di quel concerto come se fosse assai più vicino dei 25 anni che sono passati. Dopo le prime canzoni ci ritrovammo tutti in piedi, a ballare scatenati. La band era in forma smagliante quella sera e TTD era vulcanico, la sua splendida voce e le sue indimenticabili melodie saturarono lo spazio relativamente angusto del Nazionale di un'energia incontenibile, che avrebbe potuto far saltare il tetto del teatro come un tappo di champagne, se non fosse stato ben ancorato al resto della struttura. 
Ok, forse esagero un pochino ma fu senza ombra di dubbio il più bel concerto a cui abbia mai assistito: a posteriori posso dire che segnò per me la fine di un'epoca spensierata. Da qualche mese avevo incominciato a lavorare nel marketing di una multinazionale e aveva preso il via la mia vita lavorativa, che si sarebbe rivelata così interessante e inaspettata. Avevo anche conosciuto e tentavo goffamente di corteggiare quella che sarebbe diventata la madre dei miei figli - mortacci miei. Ma questa è tutta un'altra storia.