In questi primi quattro mesi dell'anno ho letto circa una decina di libri, tra i quali "Una vita violenta" di Pasolini, "Un letto di leoni" di Follet e una mezza dozzina di gialli maigrettiani di Simenon. Tuttavia, il libro che a suo modo mi ha colpito maggiormente è stato "Tango e gli altri" di Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, un giallo di ambientazione storica che ha attirato la mia attenzione per la sua ambientazione, che ho trovato particolarmente riuscita, e la sua lingua, scorrevole e godibile, a mio parere.
Secondo Wikipedia, in particolare "l'influenza di Guccini si nota per quanto riguarda la forma della
narrazione, la capacità di creare una raffinata costruzione
nell'ambientazione storica, le peculiarità linguistiche che ne hanno
decretato il successo anche nel mondo della narrativa."
Bel libro. Lo consiglio con piacere.
La trama
Il partigiano Bob viene
accusato di aver massacrato la famiglia di un fascista. Una strage che
può alienare ai partigiani il favore della popolazione e così sono gli
stessi compagni della brigata Garibaldi a fucilare Bob. Ma qualcosa non
torna, e a far luce viene chiamato Benedetto Santovito, ex maresciallo
dei carabinieri, reduce dalla Russia e ora partigiano di Giustizia e
Libertà. L'escalation degli eventi bellici impedisce a Santovito di
portare a termine un'indagine appena iniziata ma molti anni dopo, nel
1960, il passato bussa di nuovo alla porta e una lettera appassionata e
struggente obbliga il maresciallo a ritornare sul caso.
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