Credevo di doverle dire qualcosa,
quando i nostri sguardi si incrociarono
oltre la siepe.
Ma lei non si fermò.
Le parole che dovevo dire, notte e giorno,
scivolano come barche sopra l'acqua,
o sembrano alzarsi nelle nuvole autunnali,
perennemente ansiose,
o cercano l'attimo perduto nel tramonto,
perdendosi nei fiori tardivi.
Come una lucciola, mi trema in fondo al cuore
il discorso che dovevo fare,
per trovare il giusto significato
nella sua fine disperata.
Tagore, da Dono d'amore, 1917
09 marzo 2007
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