Le mie notti all’arancia amara
Erano abitate da goffe balene bianche e serpenti volanti
Conoscevo il dondolio delle tende color latte
Ho piantato un nespolo nella ciotola del cane morto
Ne è venuto fuori un alberello storto
e arrabbiato
Che chiamerò estinzione
Le mie notti al gelsomino dolce
Com’erano salde quelle ali e liquide quelle memorie
Nella lontana isola feroce dove ogni mattina
Mi svegliavo più alta e più allegra di una spanna
Le mie notti alla valeriana
Sono diventate buie e sfrontate
E per quanto vada posando la testa su cuscini piumati
In città rovesciate
Dentro stanze sconosciute
Non faccio più sogni di balene
Le mie notti al diazepan mi stanno strette di spalle
Ma come chiamerò quella rondine
Che si porta nel becco la mia vita?
13 settembre 2006
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