LA SIRENA E IL DOGANIERE (Frammenti)
Il paesaggio scaleno di spuma e di olivi
ritaglia i suoi profili nella durezza celeste.
Profonda luce senza una grinza di nebbia si stira,
come una schiena rosa di un bagnante ignudo.
Ali di piuma e lino, navi aprono e galli.
Delfini in fila giocano a ponti rotti.
La luna della sera si distacca rotonda
e la casta collina offre rumori e balsami.
Sulla riva dell’acqua cantano i marinai,
canzoni di bambù e ritornelli di neve.
Errati planisferi rilucono nei loro occhi,
un Equatore senza fuoco e una Cina senz’aria.
Cornette di rame configgono i loro spilloni
nella mela rosa del cielo remoto…
Cornette di rame che i doganieri
intonano nella battaglia contro il mare e le sue genti.
La notte mascherata con una pelle di mulo
arriva dando spintoni alle barche latine.
La sembianza della grazia rimane piena d’ombra
e il mare perde pudore o virtù dorate.
O muse danzatrici, teneri rosei piedi
in belle trinità sull’erba morbida.
Le mie offerte accogliete dando all’aria delle cime
nove canti diversi e una sola parola.
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