Per il momento non ci siamo persi l'occasione di ragionare un po' sul nostro presente. Già un ottimo risultato.
30 novembre 2011
29 novembre 2011
Addio a Lucio Magri
Continuons le combat, di Valentino Parlato, da Il Manifesto
Lucio Magri da molto tempo ci aveva comunicato la sua decisione di togliersi la vita. Avevamo discusso e cercato di dissuaderlo perché avevamo bisogno di lui, della sua intelligenza e del suo impegno. Non ci siamo riusciti. È stata una decisione di estrema razionalità. A quasi 80 anni, la perdita della compagna Mara era stata tremenda. La vita non era più vita. Anche la situazione generale non incoraggiava. Con razionalità addirittura estremistica Lucio prese la decisione (e quando decideva non cambiava idea) e attuò quel che aveva stabilito. Il suicidio è una fondamentale libertà della persona. Chi è padrone della propria vita, come ogni umano lo è, può legittimamente e moralmente decidere di mettere la parola fine.
Lucio è stato anima e mente della nostra vita. Insieme abbiamo cominciato con la rivista e poi con il quotidiano. Ci fu una breve separazione ai tempi del Pdup, ma i legami sono rimasti forti, anche quando c'era polemica.
L'interrogativo è: che cosa ci lascia, a che cosa ci incita Lucio con il suo suicidio. Provo a rispondere. Innanzitutto a criticare e combattere la società presente. La sua cultura, la sua politica e gli scritti ci danno stimoli e conoscenza. Il sarto di Ulm, che tentò anzitempo di volare si sfracellò, ma poi gli uomini cominciarono a volare. Questo il messaggio e il suo suicidio, ancorché dovuto ai sentimenti, è un atto di rifiuto, di combattimento. Tutto il contrario della passiva rassegnazione.
(...)
Il suicidio di Lucio non è stato un fatto personale, di chiusura in se stesso. Lucio ne aveva ripetutamente parlato con noi e anche alla fine del percorso è stato accompagnato da Rossana Rossanda.
Domani è un altro giorno, come si diceva nel '68, continuons le combat.
Lucio Magri da molto tempo ci aveva comunicato la sua decisione di togliersi la vita. Avevamo discusso e cercato di dissuaderlo perché avevamo bisogno di lui, della sua intelligenza e del suo impegno. Non ci siamo riusciti. È stata una decisione di estrema razionalità. A quasi 80 anni, la perdita della compagna Mara era stata tremenda. La vita non era più vita. Anche la situazione generale non incoraggiava. Con razionalità addirittura estremistica Lucio prese la decisione (e quando decideva non cambiava idea) e attuò quel che aveva stabilito. Il suicidio è una fondamentale libertà della persona. Chi è padrone della propria vita, come ogni umano lo è, può legittimamente e moralmente decidere di mettere la parola fine.
Lucio è stato anima e mente della nostra vita. Insieme abbiamo cominciato con la rivista e poi con il quotidiano. Ci fu una breve separazione ai tempi del Pdup, ma i legami sono rimasti forti, anche quando c'era polemica.
L'interrogativo è: che cosa ci lascia, a che cosa ci incita Lucio con il suo suicidio. Provo a rispondere. Innanzitutto a criticare e combattere la società presente. La sua cultura, la sua politica e gli scritti ci danno stimoli e conoscenza. Il sarto di Ulm, che tentò anzitempo di volare si sfracellò, ma poi gli uomini cominciarono a volare. Questo il messaggio e il suo suicidio, ancorché dovuto ai sentimenti, è un atto di rifiuto, di combattimento. Tutto il contrario della passiva rassegnazione.
(...)
Il suicidio di Lucio non è stato un fatto personale, di chiusura in se stesso. Lucio ne aveva ripetutamente parlato con noi e anche alla fine del percorso è stato accompagnato da Rossana Rossanda.
Domani è un altro giorno, come si diceva nel '68, continuons le combat.
28 novembre 2011
27 novembre 2011
Weekend con i bimbi, nebbia inclusa
Sabato mattina a spasso sui navigli.
Alla sera, cena da U. & N. con loro amici simpatici. Viaggio con tramonto infuocato incluso.
Dopocena ricco di giochi
Domenica mattina, un salto al museo di scienza naturali (la mostra della Pixar prevede un'oretta di coda all'ingresso - non ci si pensa nemmeno), poi un buon pranzetto dalla nonna Graziella.
Che bello passare un po' di tempo insieme.
Alla sera, cena da U. & N. con loro amici simpatici. Viaggio con tramonto infuocato incluso.
Dopocena ricco di giochi
Domenica mattina, un salto al museo di scienza naturali (la mostra della Pixar prevede un'oretta di coda all'ingresso - non ci si pensa nemmeno), poi un buon pranzetto dalla nonna Graziella.
Che bello passare un po' di tempo insieme.
23 novembre 2011
22 novembre 2011
Saluti da Torino
21 novembre 2011
Una serata extra con i bimbi
20 novembre 2011
20111120
18 novembre 2011
Nostalgia canaglia (di Massimo Gramellini)
Silvio, mi manchi. L’ho sempre temuto, ma ne ho avuto la certezza ieri pomeriggio. Quando, in piena sonnolenza post-spaghetto e post-discorso programmatico del nuovo premier, mi sono imbattuto in una tua dichiarazione roboante. Te la prendevi con Napolitano «maestrino» e con la stampa «terrorista». Come ai vecchi tempi. Per un attimo ho creduto che tu fossi tornato, che le tue parole riattizzassero polemiche e scavassero indignazioni. Invece niente. Non ti ha filato nessuno. Tutti dietro a quell’altro che parla di «iato» e di «spending review». Persino gli studenti in piazza ti hanno già dimenticato: i loro cartelli sfottevano solo i banchieri. Guarda, non dovrei dirtelo, ma persino i tuoi tg hanno fiutato l’aria sobria e anziché sostenere le tue battaglie contro i mulini forti preferiscono darsi alla cronaca nera. Taccio sulla Rai, per non farti soffrire. Comunque sappi che davanti alla porta di Casini c’è una tale fila di tuoi ex raccomandati che fra un po’ dovranno dargli il numeretto come alle Poste.
Siamo rimasti soli, Silvio. Hai spaccato un Paese, abbassato l’asticella del buongusto al livello dell’elastico degli slip, desertificato i cervelli di due generazioni di telespettatori, abolito il senso di autorità e quello dello Stato (già scarsi anche prima di te), sdoganato un esercito di fascisti, razzisti, squinzie e buzzurri. Soprattutto hai sparato una quantità inverosimile di panzane. Eppure eri la mia musa. Ora basta però, ti devo lasciare. Per il bene della Nazione e mio personale, da domani scriverò solo dei Buongiorno tecnici.
Massimo Gramellini, dalla rubrica Buongiorno su La Stampa di oggi.
Siamo rimasti soli, Silvio. Hai spaccato un Paese, abbassato l’asticella del buongusto al livello dell’elastico degli slip, desertificato i cervelli di due generazioni di telespettatori, abolito il senso di autorità e quello dello Stato (già scarsi anche prima di te), sdoganato un esercito di fascisti, razzisti, squinzie e buzzurri. Soprattutto hai sparato una quantità inverosimile di panzane. Eppure eri la mia musa. Ora basta però, ti devo lasciare. Per il bene della Nazione e mio personale, da domani scriverò solo dei Buongiorno tecnici.
Massimo Gramellini, dalla rubrica Buongiorno su La Stampa di oggi.
17 novembre 2011
Una serata e un risveglio coi bimbi
Ieri sera, causa nebbia, mi sono fermato a dormire a Saronno. Dopo la consueta cena con pesto della nonna e torta ai frutti di bosco, ho messo a nanna i bimbi, che ho poi ritrovato al risveglio, la mattina, per accompagnarli a scuola, come facevo una volta. Mi ha fatto davvero un piacere immenso, come a loro, che non hanno mancato di dirmelo e dimostrarmelo. Ogni tanto un po' di felicità non fa male... :)
14 novembre 2011
Sarata "amarcord" con i Righeira
Serata di beneficienza ieri sera al Black Hole di Milano, a favore di un'organizzazione che salva cani destinati all'abbattimento in Spagna, li porta in Italia e trova loro nuove famiglie.
Ospiti d'onore i Righeira: un po' di malinconia, guardando non tanto loro (ancora con grinta da vendere) quanto gli spettatori (tra i quali anch'io)...
Invecchiare non è una faccenda semplice né pulita.
Ospiti d'onore i Righeira: un po' di malinconia, guardando non tanto loro (ancora con grinta da vendere) quanto gli spettatori (tra i quali anch'io)...
Invecchiare non è una faccenda semplice né pulita.
12 novembre 2011
Un sabato con i bimbi
11 novembre 2011
11.11.11, auguri a tutti
10 novembre 2011
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