E così domani V. verrà rispedita a Viterbo. Non si è riusciti a farle avere la residenza a Milano, condizione necessaria anche se non sufficiente perché qualche rappresentante delle istituzioni locali (i "Centri di Salute Mentale") si facesse carico della sua situazione. Peccato, speravo potesse intraprendere un percorso riabilitativo di medio-lungo periodo in Lombardia, dove noi familiari avremmo potuto seguirla almeno un po', ma così non sarà, almeno per ora. Torna, povero pacchetto, lontano da noi.
Dopo averla salutata oggi pomeriggio, e aver visto lo smarrimento nei suoi occhi, ho pianto a lungo.
Domenica, in visita, passeggiando per il chiostro (questo è) sul quale aggettano 3 dei reparti dedicati alla psichiatria di Niguarda, pensavo che le malattie della mente sono davvero subdole, sfuggono alla comprensione anche dei familiari stessi di chi le vive come una terribile realtà. Eppure queste malattie hanno nomi precisi: quella di V. la chiamano Schizofrenia Paranoide e prevede "sintomi dissociativi, compromissione globale della personalità, deliri sistematizzati, per lo più di persecuzione o di grandezza". Già. Proprio così.
Questo era il cielo autunnale di domenica pomeriggio
questa la scritta sul muro del chiostro
Come dar torto all'anonimo estensore?
19 ottobre 2010
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