Ieri sera ho visto un film delizioso. Si tratta di "Giù al nord" (titolo originale "Bienvenue chez les Ch'tis"), film francese del 2007. Ecco la trama.
Philippe è direttore di un ufficio postale in Provenza. Obbligato al trasferimento tenta di farsi mandare in Costa Azzurra e, per ottenere l'assegnazione, inscena un trucco che viene scoperto. A questo punto potrebbe temere il licenziamento. Invece gli accade…di peggio. Viene destinato all'ufficio postale di Bergues nel Nord-Pas de Calais. Non c'è nessuno che non lo compatisca, perfino un agente della polizia stradale lo commisera quando viene a conoscenza della sua meta. La moglie, caduta praticamente in depressione alla notizia, non lo segue. Giunto a destinazione tutto sembra così come era stato narrato. I locali parlano un dialetto pressoché incomprensibile, il cibo non è allettante e l'appartamento dove dovrebbe andare a vivere è privo di mobilio. Ma ben presto le cose cambiano. Philippe, grazie all'umanità del postino Antoine e dei colleghi dell'ufficio scoprirà che si può vivere (e vivere bene) anche al Nord ma come farlo capire a sua moglie?
Successo travolgente al box office francese [oltre 20 milioni di spettatori] questo film di Daniel Boom. Un successo quasi inatteso perché il tema non era dei più semplici: il pregiudizio e, soprattutto, un pregiudizio legato a una regione della Francia. Il Nord sopra Parigi (l'area di Lille) è considerato dai francesi un luogo buio, dove fa freddo e piove sempre abitato da gente rude, poco socievole e dai gusti strani. Per di più parlano un dialetto-lingua detto Ch'timi perché in quell'idioma la ‘s' francese suona ‘ch' e il ‘toi' e ‘moi' diventano ‘ti' e ‘mi'. Kad Merad nel ruolo di Philippe riesce a rendere perfettamente il disagio di chi parte con addosso il fardello del pregiudizio verso una destinazione in cui dovrà permanere per un non breve periodo. I primi incontri non faranno che rafforzare la prima impressione ma non si tratta che della facciata. La comprensione è possibile e si sviluppa grazie alle piccole situazioni quotidiane e ad un pizzico di commedia con qualche tratto di surreale (vedi la consegna a domicilio della posta con progressiva ubriacatura dovuta agli utenti ospitali).
Mi è piaciuto molto, anche se devo ammettere che seguirlo in lingua originale mi è costato non poca fatica, a tal punto il dialetto dei francesi del nord è davvero incomprensibile! Un bel film su preconcetti e tolleranza. Lo consiglio davvero a tutti.
22 novembre 2009
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2 commenti:
"le cosce o le coschie?"
bellissimo quel film
dovrei rivederlo
Effettivamente in lingua originale è pazzesco! Tanto per fare un esempio, "sien" (suo) diventa "chien" (cane): buffissimo. Io non ho visto la versione in italiano ma sono sicuro che i traduttori devono aver sudato sette camice, per rendere l'effetto esilarante che si ha in francese...
Grazie per la visita.
A
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