Sono passati appena due anni da quando il governo dell'Afghanistan aveva ingiunto ad Emergency di chiudere i suoi centri di cura nel Paese. L'accusa, che fece saltare sulla sedia molti altri Governi e Assocaizioni umanitarie, era quella di curare «anche i nemici». Oggi, a 24 mesi di distanza, in un discorso a Washington il ministro della Sanità afgano ha profuso elogi sull'operato dell'associazione di Gino Strada, indicandola addirittura come un modello per il piano per l'Afghanistan dell'amministrazione Obama. Lo racconta nella sua edizione di oggi la Repubblica.
«Non c´è pace senza la salute - scrive Repubblica - e dunque senza assistenza sanitaria: "Un modello per tutti c´è già, ed è Emergency". Ha usato termini entusiasti il ministro afgano della Sanità, Sayed Mohammad Amin Fatimie, nel presentare a Washington l´impegno dell´Ong italiana. "La strada per la transizione alla pace in Afghanistan passa per la capacità del paese di fornire adeguata assistenza sanitaria alla popolazione. Da questo punto di vista, Emergency può diventare un modello per la nuova strategia per l´Afghanistan adottata dall´amministrazione Obama"».
«Il popolo afgano - ha detto Fatimie - apprezza moltissimo quanto Gino Strada e la sua organizzazione hanno fatto nel nostro Paese. Loro sono abituati ad essere concreti e a rispondere ai bisogni con velocità ed efficienza. Emergency può diventare un modello, in contatto con il Comitato Internazionale della Croce Rossa».
«E pensare - commenta Gino Strada, fondatore di Emergency - che quello stesso governo due anni fa ci ha costretto a chiudere i nostri ospedali per due mesi, perché curavamo anche i "nemici" È senz´altro un passo avanti significativo. Fra i "punti di forza" dell´organizzazione c´è proprio la convinzione che la strada per la pace passa attraverso l´assistenza sanitaria, e attraverso il diritto di tutti a essere curati gratuitamente».
«Nel sessantesimo anniversario - chiude Repubblica - della Dichiarazione universale dei diritti umani, Emergency ha firmato il "manifesto per una medicina basata sui diritti umani", «un´idea opposta a quella di chi pensa solo alle opportunità di business», dice Gino Strada. Di recente l´organizzazione ha incontrato i rappresentanti di nove paesi africani - Sudan, Ciad, Sierra Leone, Repubblica centrafricana, Uganda, Eritrea, Congo RDC, Ruanda, Egitto - per lavorare sul progetto di apertura dei "centri d´eccellenza" anche nel continente africano, che presto verrà presentato all´Organizzazione mondiale per la sanità e al G-8».
Fonte: La Repubblica, 15 maggio 2009, pag. 21
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento