03 marzo 2015

L'ASSENZA di Vinicius De Moraes

Io lascerò che muoia in me 
il desiderio di amare i tuoi occhi
che sono dolci
perché nulla ti potrei dare
tranne la pena di vedermi eternamente esausto.

Sebbene la tua presenza sia una cosa qualunque
come la luce e la vita
io sento che nel mio gesto esiste il tuo gesto
e nella mia voce la tua voce.

Non voglio possederti 
perché nel mio essere tutto sarebbe terminato
voglio solo che sorga in me come la fede nei disperati
affinché possa portare una goccia di rugiada 
su questa terra maledetta 
che è rimasta sulla mia carne 
come una macchia del passato.

Io lascerò
tu andrai e accosterai il tuo viso a un altro viso
le tue dita allacceranno altre dita
e tu sboccerai verso l’aurora
ma non saprai che a coglierti sono stato io.

Perché io sono il grande intimo della notte
perché ho accostato il mio viso al viso della notte
ed ho sentito il tuo bisbiglio amoroso
ed ho portato fino a me la misteriosa essenza
del tuo abbandono disordinato.

Io resterò solo come i velieri nei porti silenziosi
ma ti possederò come nessuno
perché potrò partire.

E tutti i lamenti del mare, del vento, degli uccelli, delle stelle
saranno la tua voce presente
la tua voce assente

la tua voce rasserenata.


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