E mentre il mio treno superveloce si slancia tra le periferie di Roma e
Firenze e le ombre della sera calano come sipari non richiesti su questo
anno dal gusto variegato, cerco di mettere un po' in ordine i miei
pensieri, scompigliati dall'alta velocità. Vorrei poter rallentare un
tantino il ritmo di questa vita a momenti affannosa, trovando qualche
miracoloso equilibrio tra tutte queste manine nemmeno
troppo invisibili che tirano la mia ormai un po' sformata giacchetta
esistenziale in ogni direzione. Diversamente da quel poeta, darei
volentieri ascolto ad alberi anche meno nobili dei suoi slanciati
cipressi che mi invitassero a fermarmi e riposare sotto i loro rami,
malgrado il freddo di oggi. Un ritorno alla natura, forse, se solo
sapessi come. E buona fortuna a tutti noi per il nuovo anno.
30 dicembre 2014
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