«Molti Stati - si legge nell'articolo - sono riusciti a combattere la manipolazione dell'interpretazione dei risultati scientifici a fini politici, oltre che lo sfruttamento delle incertezze di un campo in sviluppo. Al contrario, in Italia, la strumentalizzazione è stata la regola. A partire dalle posizioni di alcuni membri della Chiesa cattolica che sostengono che la ricerca sulle staminali embrionali è inutile».
«L'atteggiamento di chi - continua il quotidiano - è contrario alla ricerca sulle cellule staminali embrionali umane in Italia, ma anche altrove, non è basato solo sul presentare argomentazioni etiche o religiose, rivendicarne la fondatezza e chiedendo comportamenti conseguenti. Piuttosto, si è preferito denigrare i risultati della scienza, enfatizzando alcune discrepanze, e soprattutto divulgando false informazioni sulla presunta superiorità scientifica o terapeutica della ricerca che si voleva ideologicamente appoggiare».
«La disinformazione - conclude l'articolo - provoca conseguenze nella definizione delle linee-guida politiche che sostengono la ricerca. Nei Paesi dove esiste un sistema di distribuzione dei finanziamenti sano e basato sulla peer review le conseguenze possono, presumibilmente, essere limitate. Al contrario, in Paesi come l'Italia, in cui il conflitto d'interessi inquina la gestione e la distribuzione del finanziamento pubblico della scienza, la disinformazione può ispirare e rafforzare l'interferenza politica, producendo effetti devastanti, ben oltre la penalizzazione della ricerca».
Fonte: La Stampa, "Tutto Scienze", pag. VI, 26 novembre 2008

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