In tempi di scandali legati alle intercettazioni telefoniche, Business Week fa il punto sulla privacy dei dipendenti aziendali. Rivelando particolari inquietanti.
Il capo può leggere abbastanza facilmente la corrispondenza virtuale dei lavoratori: lo afferma Business Week, in un editoriale che riflette sulla privacy perduta.
Una cosa deve essere chiara per qualunque impiegato: ogni mail che viene inviata o ricevuta attraverso un network aziendale può essere, e spesso lo è, spiata. Si tratta di una pratica ampiamente diffusa e perfettamente legale. Infatti, in termini giuridici, ciò che un dipendente crea grazie ai mezzi messi a sua disposizione dall'azienda è un prodotto e non una proprietà personale. Il livello di attenzione rivolto verso le e-mail degli impiegati varia poi a seconda del tipo di società e dalla natura del traffico.I messaggi spediti attraverso il cyber-spazio grazie al sistema e-mail della corporate vengono spesso monitorati e archiviati, in modo tale che ne rimanga una copia anche nel caso venissero cancellati dall'autore sul proprio pc.
Inoltre molte aziende analizzano la posta elettronica con l'ausilio di un software appositamente tarato per rilevare corrispondenza che contenga informazioni confidenziali sulla società o contenuti giudicati inappropriati dall'azienda stessa. E' molto probabile che la stessa sorte tocchi anche all'instant messaging, anch'esso tenuto d'occhio e registrato con l'autorizzazione fornita dal fatto che si svolge su un corporate network.E' possibile che i siti internet visitati dai dipendenti vengano controllati e talvolta filtrati. Molto' più difficile è controllare le mail inviate o ricevute attraverso servizi come Yahoo! Mail, Gmail di Google o Hot Mail di Microsoft, ma è sempre e comunque possibile. Conviene ricordarlo.L'unica eccezione è rappresentata dalle transazioni private online su siti bancari o di e-commerce. L'azienda può rilevare la connessione, ma non le è consentito sbirciare. Almeno qui.
06 novembre 2006
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